L’intervista di Tremonti sulle criptovalute
Negli ultimi mesi il dibattito sui sistemi di pagamenti digitali ha assunto una centralità inedita.
Da un lato, il Genius Act lanciato da Trump il mese scorso che ha lo scopo di spingere l’uso delle stablecoin, un tipo di criptovaluta progettata per mantenere un prezzo stabile; dall’altro la BCE, impegnata nello studio dell’euro digitale attraverso blockchain pubbliche come Ethereum e Solana.
Si tratta di vere e proprie premesse di un cambiamento profondo nell’assetto monetario globale.
COSA SONO LE STABLECOIN
Le stablecoin sono delle criptovalute progettate per mantenere un valore stabile, a differenza di asset digitali più volatili come Bitcoin o Ethereum.
La loro caratteristica principale è l’ancoraggio a un riferimento esterno, per la maggior parte a una valuta tradizionale come il dollaro USA, oppure ad asset come l’oro o titoli di Stato.
Questo meccanismo serve a ridurre le oscillazioni di prezzo e a renderle più adatte all’uso quotidiano, soprattutto come mezzo di pagamento e riserva di valore digitale.
Esistono diverse tipologie di stablecoin: quelle collateralizzate con riserve reali (es. dollari depositati in banca), quelle garantite da altri cripto-asset e quelle algoritmiche, che cercano di mantenere la stabilità tramite meccanismi automatici di domanda e offerta.
In un mondo in cui i sistemi di pagamento si stanno digitalizzando, le stablecoin hanno l’obiettivo di rappresentare un ponte tra la finanza tradizionale e l’innovazione blockchain.
IL GENIUS ACT: UNA RIVOLUZIONE (O UN RISCHIO?) PER IL DOLLARO
In questo articolo, in particolare, volevo prendere come spunto un’interessante intervista su Il Sole 24 Ore di Giulio Tremonti nella quale, l’ex ministro dell’economia, analizza con lucidità il Genius Act, mettendo in risalto il cambiamento storico che è avvenuto: da Bretton Woods e l’ancoraggio del dollaro all’oro, al cosiddetto “crypto standard”.
In sostanza, le criptovalute e le stablecoin diventano la nuova garanzia del biglietto verde.
L’intervista di Tremonti sulle criptovalute, se volete leggerla per intero, la trovate qui oppure vi agevolo direttamente la pagina del quotidiano:

Tremonti identifica quello che il chiaro obiettivo del provvedimento di Trump: preservare il primato degli Stati Uniti sulla scena monetaria globale.
Da qui nasce anche la risposta alle valute digitali promosse da Cina e paesi BRICS, che da tempo vogliono mettere in discussione la predominanza del dollaro.
LEZIONI DALLA CRISI DEL 2008
Tremonti sottolinea come l’intervento straordinario da parte delle banche centrali, dopo il 2008 e dopo il motto “whatever it takes” di Draghi, sia diventato la regola tanto nella politica monetaria quanto fiscale.
La creazione massiccia di liquidità ha sorretto il sistema, ma ha anche innalzato il rischio di instabilità.
E oggi, con scelte come quelle del Genius Act, si potrebbe ripetere un errore simile: trattare la moneta digitale come una soluzione urgente, senza valutarne gli effetti sistemici a lungo termine.
CRIPTO-DERIVATI E LIMITI DEI CONTROLLI
Tremonti avverte che le criptovalute rischiano di assumere la forma di derivati digitali: complessi, opachi e vulnerabili a speculazioni.
Anche se vengono introdotti strumenti di controllo, la portata globale, e spesso anonima, delle transazioni blockchain potrebbe renderli inefficaci.
Il riferimento è alle stablecoin: ancorate a asset reali, ma che possono crescere rapidamente, senza supervisione adeguata.
Il rischio? Un nuovo sistema finanziario instabile, gestito da attori al di fuori delle reticenze normative.
SOGGETTI IN CAMPO: DALLE BANCHE CENTRALI ALLE BIG TECH
Un altro elemento di criticità è lo spostamento del potere: dalle istituzioni tradizionali (banche centrali, governi) alle repubbliche digitali e alle Big Tech.
Queste entità, spesso private, diventano centrali nella definizione del valore e nella gestione delle transazioni.
Il sistema monetario così muta pelle: da pubblico a privato, da regolato a potenzialmente anarchico.
E non ci sarebbe nessun problema se poi non capitassero i, cosiddetti, “fallimenti del mercato”.
OPPORTUNITA’ E RISCHI: BILANCIARE INNOVAZIONE E STABILITA’
Le criptovalute e le stablecoin avrebbero secondo me un potenziale enorme: pagamenti istantanei, inclusione finanziaria, interoperabilità internazionale.
C’era perfino un tempo in cui parlavo di criptovalute in questo modo, adesso invece la mia opinione si è un po’ raffreddata rispetto ad allora.
O meglio, per quanto mi riguarda spero ancora che questo tipo di tecnologia abbia veramente successo ma non riesco a togliermi dalla testa che potrebbero esserci alcuni elementi non troppo chiari, dei cosiddetti “blind spot“, che oggi ignoriamo ma che domani potrebbero fare la differenza (in negativo).
E senza un’adeguata cornice regolatoria e consapevolezza dei veri rischi, possono diventare una fonte di crisi anziché di progresso.
C’erano periodi (molti anni fa) in cui la ricchezza era più tangibile, si è passati ora a oggetti sempre più immateriali, adesso vale meno la sostanza e più i derivati, i titoli digitali, l’astrazione monetaria.
Le criptovalute, in questo contesto, rappresentano solo l’ultimo stadio di questa evoluzione.
CONCLUSIONE
Come dice Tremonti nell’intervista sul Sole 24 Ore, gli Stati Uniti sentono il bisogno di stabilizzare il dollaro come riserva di valore, dopo la creazione di una enorme massa monetaria, utilizzando le cripto al posto dell’oro.
Questa operazione ha il chiaro obiettivo di proseguire il potere americano (e dell’occidente) sul mondo.
La domanda che dobbiamo porci, però, è se questo sistema invece di stabilizzare destabilizza.
La lettura di questa intervista mi ha spinto a fermarmi e riflettere. Già, perché quando vedo una direzione tracciata con troppa sicurezza e presentata come inevitabile, mi viene spontaneo chiedermi cosa potrebbe andare storto.
In fondo, sono quello che, quando la maggioranza pensa che il Titanic sia inaffondabile, che l’euro sia irreversibile e che i mercati crescano sempre, preferisce comunque prepararsi la propria scialuppa di salvataggio.
Non credo che la resa dei conti sia vicina, né voglio spaventare nessuno.
Si tratta solo di pensieri sparsi, dubbi ragionati di chi prova a guardare oltre i facili entusiasmi del momento.
Ecco perché come investitori credo sia importante restare vigili se il futuro monetario dovesse diventare un gioco d’azzardo.
Il presente contenuto è ai soli fini didattici e di discussione, fai le tue ricerche prima di investire (do your own research before invest).
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