Focus Mercati gennaio 2023

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Riprendo il discorso lasciato nell’ultima newsletter per analizzare come si sono comportati gli indici azionari tra la fine del 2022 e l’inizio del nuovo anno.

Sebbene negli ultimi due mesi non sia successo molto dal punto di vista del prezzo, molto è successo dal punto di vista grafico.

Per quanto riguarda il primo punto i prezzi sono rimasti pressoché invariati. Prendendo come sempre a riferimento l’indice americano SP500 possiamo vedere che:

  • a fine novembre l’indice era a 4070 punti;
  • a fine gennaio il livello è intorno ai 4070 punti.

Il rally di natale nel 2022 è stato anticipato a novembre e da quel momento, al di là dei classici alti e bassi di routine, poco altro è successo.

Dal punto di vista grafico invece si è verificata una cosa molto importante: la rottura al rialzo del canale ribassista che ci ha accompagnato lungo tutto il 2022.

La vediamo meglio qui di seguito nel grafico aggiornato dell’SP500:




Falso segnale o no?

E’ ancora presto per cantare vittoria e l’attenzione nel prossimo periodo sarà tutta nel verificare se la vecchia resistenza, ora diventata supporto, riuscirà a tenere i prezzi al di sopra di essa.

La possibilità che i prezzi rientrino all’interno del canale ribassista potrebbe farci rivedere tranquillamente, non dico nuovi minimi assoluti, ma almeno i 3700 punti.

Speriamo ovviamente che non succeda ma non bisogna scartare nulla con la Fed che si accinge a riunirsi domani 1 febbraio.

Sarà quindi interessante vedere come reagiranno gli investitori con la volatilità che la farà sicuramente da padrone, il segnale della lotta tra tori e orsi che si farà più intensa.

eterna lotta tra tori e orsi

Dai movimenti al rialzo degli ultimi giorni sembra quasi che i mercati vogliano sfidare la FED e il rialzo dei tassi di interesse in corso.

Io comunque non mi aspetto che la FED sia morbida nelle sue dichiarazioni ma, nel caso gli investitori interpretassero in modo positivo quanto da Powell verrà detto, ci potrebbe essere ulteriore spazio per un piccolo rialzo.

Non moltissimo però in quanto il livello di 4300 punti è vicino e non credo sarà superabile immediatamente.

Lo scenario più ottimista quindi potrebbe vedere dei movimenti del genere con una congestione dei prezzi tra i livello 3900/4000 e i 4300 punti:




Gli indici azionari negli ultimi quattro mesi hanno già corso molto e non si può pretendere che continuino come hanno fatto senza una pausa.

Ci troviamo a questo punto nonostante le notizie negative che si sono susseguite negli ultimi mesi che riguardavano diversi aspetti:

  • geopolitico (guerra in Ucraina);
  • macroeconomico (rialzo dei tassi di interesse);
  • economico (recessione).

E’ sempre bene ricordare però che ai mercati piace fare il contrario di ciò che pensa la maggior parte delle persone.

Era il 4 ottobre e, con l’umore degli investitori ai minimi storici, scrivevo su Twitter che un sentiment così tanto “bearish” alla fine poteva essere “bullish”:

Come dice una delle dieci regole di Bob Farrell: “When all the experts and forecasts agree something else is going to happen.”

Quando tutti gli esperti e le previsioni sono concordi succederà qualcos’altro.

E questo è stato ancora più vero guardando all’Italia e al nostro FTSE MIB, basta guardare il grafico:

FTSE MIB

Dai minimi di fine settembre/ottobre siamo intorno a un + 30% (dai 20.000 punti ai 26.500) cosa che ha dimostrato notevole forza per il nostro indice, soprattutto nei confronti dell’SP500.

Anche qui comunque la strada da percorrere, per il momento, non è più molta e i 28.000 punti sono in vista, un livello che reputo importante visto che è stato il massimo raggiunto a fine 2021.

Poi anche per l’indice azionario italiano potrebbe arrivare il momento di una pausa e i prezzi potrebbero creare una congestione tra i 25.000 e i 28.000 punti.




Per concludere riepilogo la situazione:

  • mercati che sembrano scontare una FED più morbida con i prossimi rialzi dei tassi di interesse;
  • aumento generale dei prezzi azionari che però rende il lavoro di controllo dell’inflazione da parte della FED più difficile;
  • rischio che i mercati si facciano sorprendere da una FED più ostinata di quello che pensano;
  • massima attenzione quindi alla tenuta del supporto da parte dell’SP500.

Direi che per il breve periodo è già abbastanza così!

 

Il presente contenuto è ai soli fini didattici e di discussione, fai le tue ricerche prima di investire (do your own research before invest).

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