Exor e un Milano Amsterdam di sola andata

Azioni
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Exor si prepara ad abbandonare Borsa Italiana per quella Olandese con un biglietto di sola andata Milano Amsterdam.

Si tratta di un ulteriore tassello nel percorso di emancipazione dall’Italia da parte della società degli Agnelli.

Il 29 luglio scorso il Consiglio di Amministrazione di Exor ha infatti provveduto a deliberare il trasferimento delle azioni indicando, nel comunicato stampa, il motivo di tale operazione:

  • Il trasferimento permetterà di allineare la borsa di quotazione della società con la propria struttura legale di holding olandese.

Era il 2016 quando gli Agnelli trasferivano in Olanda la propria sede legale e fiscale.

Una fuga da Torino che diede inizio a un’ondata di polemiche non solo in Piemonte ma in tutto il Paese, con molte proteste anche da parte delle sigle sindacali che temevano ripercussioni per gli stabilimenti attivi sul territorio italiano.

L’obiettivo dichiarato a quel tempo era quello di creare una struttura societaria più semplice e rappresentare un’ulteriore passo avanti nel percorso di sviluppo di una holding che opera in tutto il mondo.

E’ proprio nell’operazione di semplificazione della struttura societaria che si inserisce questa operazione che porterà Exor ad abbandonare Piazza Affari per la borsa Olandese.

Sempre nel comunicato stampa si legge:

“L’assetto organizzativo di Exor ne risulterà ulteriormente semplificato, in quanto la società sarà soggetta alla vigilanza di un solo ente regolatore nazionale: la Ducth Authority for the Financial Markets (Afm)”.

Exor, la timeline dell’operazione di trasferimento

Il 3 agosto Exor ha ricevuto l’approvazione scritta da parte dell’Euronext Listing Board (Elb) dell’ammissione alla quotazione e alla negoziazione delle azioni ordinarie della società su Euronext Amsterdam.

L’inizio delle negoziazioni delle azioni Exor su Euronext Amsterdam è previsto per il prossimo 12 agosto.

A questo punto la società degli Agnelli chiederà il delisting delle proprie azioni ordinarie da Euronext Milan, che avverrà non prima di 45 giorni, come previsto dal regolamento di Borsa Italiana.

Le azioni ordinarie di Exor continueranno a essere quotate su Euronext Milano e su Euronext Amsterdam, si può ipotizzare, almeno fino alla fine di settembre 2022.

 

Exor, cosa cambia con il trasferimento delle azioni in Olanda

Dal punto di vista della Borsa di quotazione cambia solo la nazione.

Questo perchè sia la Borsa di Milano che quella di Amsterdam appartengono entrambe a Euronext N.V., la società che gestisce il mercato finanziario dell’eurozona.

Dal punto di vista degli investitori che detengono azioni Exor invece ci sono alcuni punti su cui fare attenzione.

Dove sono custodite le azioni:

  • se hai le azioni su un intermediario italiano come per esempio possono essere Banca Sella, Webank ecc., se vuoi continuare ad averle in portafoglio, dovrai vendere le azioni sulla borsa di Milano e comprarle sulla borsa di Amsterdam con conseguente aumento di costi di commissione.
  • gli intermediari come quelli indicati spesso applicano commissioni minori per il mercato italiano ma ben maggiori per quelli stranieri.
  • diverso invece se hai le azioni in un broker come Degiro, Interactive Brokers ecc., dove non ci sono sostanziali differenze di commissioni applicate tra i mercati all’interno dell’eurozona.

Dividendi delle azioni Exor:

  • con le azioni quotate nella borsa di Milano il dividendo di Exor, pagato di norma nel mese di giugno, era tassato al 26%.
  • con le azioni quotata nella borsa di Amsterdam il dividendo di Exor ricevuto da un piccolo investitore residente in Italia subirà la cosiddetta doppia tassazione dei dividendi che si dividerà in un primo 15% olandese e poi nel 26% italiano.

Si tratta quindi di elementi di cui tenere conto se un investitore vuole continuare a investire in azioni Exor.

Exor e il buyback

Come già scritto, con questa operazione di delisting dalla borsa da Milano molti investitori saranno costretti a vendere le azioni quotate in Italia per comprare quelle quotate in Olanda.

Se non si facesse questa operazioni gli investitori si troverebbero in portafoglio azioni Exor non più quotate e del tutto illiquide (difficilmente vendibili).

Inoltre la quantità di vendite su Milano potrebbe far scendere il prezzo delle azioni su questa piazza.

E’ per questo che la società “cassaforte degli Agnelli“, contestualmente all’operazione di trasferimento, ha annunciato la ripresa del programma di buyback con una seconda tranche per un ammontare fino a 250 milioni di euro da eseguire su entrambe le borse, Euronext Amsterdam ed Euronext Milano.

Come commentano gli analisti di Equita: data la contestualità dell’annuncio del delisting riteniamo che questa mossa possa servire in parte anche a limitare gli effetti di un eventuale flowback, ovvero di un’uscita di investitori, in particolare retail, dal titolo in vista dell’addio a Piazza Affari.

Poi, con le azioni che trattano con uno sconto sul NAV del 40%, il riacquisto delle azioni proprie in questo momento sembra un’operazione fatta con il corretto tempismo e oltretutto molto opportunistica.

Come spesso dice Warren Buffett:

“If your stock is trading at what you believe to be lower than intrinsic value, buybacks make sense.”

Exor e la fuga dalla Borsa di Milano

Nell’ultimo anno si è assistita a una vera e propria fuga da Piazza Affari da parte di molte società.

Oltre a Exor è di pochi giorni fa anche la notizia dei Della Valle che hanno lanciato un’OPA su Tod’s.

Fuga con conseguente perdita di capitalizzazione per la borsa italiana.

Milano Finanza ha calcolato che queste uscite costeranno al mercato italiano poco più di 40 miliardi di capitalizzazione.

L’elenco delle società che hanno lasciato o stanno lasciando la Borsa di Milano è il seguente:

  • Atlantia, della famiglia Benetton, pari a 18,8 miliardi;
  • Exor che ne vale 16;
  • Cerved: 2 miliardi di capitalizzazione;
  • Falck Renewables: 2,9 miliardi;
  • Autogrill: 2,5 miliardi;
  • Tod’s 1,3 miliardi;
  • Aggiungiamo la Roma e Carige, anche loro verso il delisting, con una capitalizzazione rispettivamente di 280 milioni e 610 milioni.

Sicuramente da questo trend c’è di cui pensare per il nostro paese.

Exor invece continua con il suo obiettivo realizzando un passo alla volta.

Se quello di creare una struttura societaria più semplice ormai è un obiettivo quasi del tutto realizzato, ormai è necessario continuare con lo sviluppo di una holding che opera in tutto il mondo.

Il presente contenuto è ai soli fini didattici e di discussione, fai le tue ricerche prima di investire (do your own research before invest).

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