Charlie Munger e l’importanza di non prendere decisioni stupide

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Qualche giorno fa mi sono ritrovato a pensare a una delle citazioni di Charlie Munger e dell’importanza che ha questa citazione per diventare un investitore di successo. Charlie Munger non ha bisogno di tante presentazioni. Socio di Warren Buffett in Berkshire Hathaway ha contribuito in modo determinante a cambiare il pensiero e il modo di investire di Buffett.

Dai cosiddetti “cigar butts” dei primi anni, cioè società che avevano un business in costante declino, per poi passare durante gli anni ’70 ai cosiddetti “wonderful business“, società con business eccezionali dai fondamentali solidissimi caratterizzati da un “moat” invalicabile.
Charlie Munger, insieme a Warren Buffett, ha contribuito a costruire un portafoglio di partecipazioni Berkshire Hathaway difficilmente replicabile per la qualità delle società in cui hanno investito.

Ritengo Charlie Munger uno dei migliori pensatori del nostro tempo grazie alla sua onestà intellettuale e al suo buon senso. In molti forse non saranno d’accordo perchè, alla fine se ci pensi, Munger non ha mai avviato una sua società né ha mai lanciato un iniziativa che avesse l’obiettivo di cambiare il mondo. La sua caratteristica fondamentale è quella di tenere un basso profilo, niente inviti ai salotti buoni di Wall Street né di politici in cerca di affermazione personale.

I consigli di Charlie Munger comprendono sia il campo degli investimenti (ovviamente!) sia molti altri settori della vita quotidiana come la carriera, la psicologia, il business ma non solo.

NON PRENDERE DECISIONI STUPIDE

Tra i consigli di Charlie Munger per investire in borsa questo è uno di quelli che ritengo fondamentale:

“It is remarkable how much long-term advantage people like us have gotten by trying to be consistently not stupid, instead of trying to be very intelligent.”

Come riassumerei queste due righe? Con una parola sola: normalità! Al posto che cercare di essere molto intelligenti lui, insieme al suo socio Warren Buffett, nel corso degli anni hanno cercato di essere NON stupidi.




Nel mondo degli investimenti c’è una continua ricerca della performance, un continuo equiparare il proprio portafoglio all’indice S&P 500. Azioni che spesso fanno dimenticare il vero punto della questione. Cercare di ottenere rendimenti in linea con i proprio obiettivi di lungo termine che consentano al proprio capitale di avere in futuro un maggior potere d’acquisto.

La cosa migliore quando si investe in borsa è rimanere fermi sulla proprio decisione per molto tempo. Entrare e uscire da un azione molteplici volte in poco tempo renderà felice solo la banca e/o il broker grazie alle commissioni che pagherai sulle operazioni.

Questo non vuole dire compra e dimentica un azione nel cassetto anzi, se ti accorgi di aver sbagliato o la situazione che ti ha portato all’acquisto è cambiata, la cosa migliore è vendere.

Ma poche decisioni, prese con cognizione di causa, e portate avanti nel tempo quindi hanno consentito a persone come Charlie Munger di avere successo. Non ha cercato di essere il più bravo a tutti i costi, non ha cercato di essere brillante avventurandosi in ambiti che non conosceva bene.

Ha cercato di stare al suo posto sapendo CHI lui era, COSA voleva fare e DOVE voleva arrivare.

UNA SIMILITUDINE CON IL TENNIS?

Ti starai chiedendo cosa c’entra il tennis. In fondo tennis e investimenti son due mondi che non dovrebbero avere nulla in comune. Invece non è così, prendendo spunto dal libro di Simon Ramo intitolato Extraordinary Tennis For The Ordinary Player”, lo sport del tennis si può suddividere in due tipi di gioco diversi:

  • chi è un professionista;
  • chi è un amatore.

Non cambiano le regole in base alla categoria di giocatore in cui ti identifichi, cambia solo il modo in cui segni i punti. Qui di seguito vado un po’ più nello specifico:




Tra professionisti il livello tra un giocatore e l’altro è quasi identico e le differenze sono minime. Qui è fondamentale segnare punti con i colpi migliori che uno ha a disposizione.

Tra gli amatori invece chi vince le partite? Chi sbaglia meno. Già perchè una partita tra dilettanti è costellata di errori da una parte e dall’altra. E’ quindi fondamentale cercare di fare meno errori dell’avversario per vincere il match.

Ed è proprio così, te lo dico io che gioco a tennis ogni settimana e ogni partita mi ricorda questa differenza sostanziale che mi permette di portare a casa la vittoria. Già perchè ogni volta che tento di fare il colpo da maestro il risultato è:

  • la palla va a finire sulla rete;
  • la palla va in cielo.

Purtroppo mi piacerebbe giocare come Federer ma non sono un professionista.

Spesso devo sforzarmi di dire “Davide l’importante è buttarla di là”. Se faccio così vinco, invece appena entro in “Federer mode” perdo il punto e la cosa mi ricorda che sono un semplice principiante. Questo non vuole dire non provare mai qualcosa di nuovo ma vuol dire essere consapevoli del tipo di gioco al quale si sta giocando.

Soprattutto è indispensabile conoscere la propria sfera di competenza e stare al suo interno.

Investire in azioni di società che si conoscono e si capiscono, bastano quelle per avere già un ventaglio di opzioni che accontenta tutti. Non occorre andare a cercare le azioni di società sconosciute in nazioni sconosciute solo per sembrare più intelligenti. Agendo in questa maniera stai solo aumentando i rischi ed è quello che invece vuoi evitare.

CONCLUSIONI

Un buon senso quello di Charlie Munger che spesso apre gli occhi, una lucidità nel pensare che ha pochi eguali al giorno d’oggi soprattutto considerando che ormai ha superato bene i 90 anni. Magari arrivassi io alla sua età con quella lucidità intellettuale, farei subito la firma.

In un mondo in cui tutti cercano la formula segreta del successo, successo facile, ovviamente, e che richieda poco lavoro, i consigli di Charlie Munger per investire in borsa sono come una miniera d’oro. Suggerimenti che rappresentano la normalità di una persona normale ma che non si è mai fermata dall’imparare cose nuove (diventando quella che lui chiama “learning machine“). Pur sapendo agire, quando serviva, all’interno della propria sfera di competenza.

Come nella partita a tennis di cui hai letto poco fa l’importante è capire che tipo di giocatore sei, vedrai che i risultati arriveranno.

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